La vita davanti a sé (2020), di Edoardo Ponti
Hippolyte de Villemessant, il fondatore del Figaro, ha definito il carattere dell’informazione in una celebre formula:
“Per i miei lettori, — egli diceva —, è più importante l’incendio di un solaio
nel Quartiere Latino che una rivoluzione a Madrid”.
Il giornale si oppose alla Comune di Parigi del 1871, che lo soppresse!
Riprese le pubblicazioni a fianco dell’aristocrazia e della borghesia, dopo la caduta della Comune
Padrenostro 2020, di Claudio Noce
“Voi siete uomini, io non sono che una donna eppure vi guardo in faccia. Poiché sembra che ogni cuore che batte per la libertà ha diritto solo a un po’ di piombo, reclamo anch’io la mia parte. Prendete la mia vita, se non siete dei vigliacchi, uccidetemi”.
Louise Michel
(una pétroleuses della Comune di Parigi, 1871)
Volevo nascondermi (2020), di Giorgio Diritti
“I padroni, che schiattino! All’istante! Putridi rifiuti! Tutti insieme o uno alla volta!
Ma subito! seduta stante!… Neanche un secondo di pietà! Di morte atroce o soave!
Me ne sbatto! Ah, non sto nella pelle! Soldi per salvarli, tutta quanta la razza non ce n’è più!
Al carnaio! sciacalli! Nella fogna! Perché stare a gingillarsi? Han mai rifiutato, loro, quelle belve?
un solo povero ostaggio a Re profitto? Macché! Macché! Manco per il cazzo!
Vi capita sotto’occhio qualche posapiano?… Farlo fuori subito a fiuto! Quando ci vuole ci vuole!”.
Louis Ferdinand Céline
The Irishman (2019), di Martin Scorsese
“L’assassinio politico non piove mai con continuità, ma viene a rovesci.
Anche i tempi nostri possono andare orgogliosi di qualche bell’esemplare”.
Thomas De Quincey
Passannante (2011), di Sergio Colabona
“(…) Urlan l’odio, la fame ed il dolore
da mille e mille facce ischeletriti
ed urla col suo schianto redentore
la dinamite.
Siam pronti e dal selciato d’ogni via,
spettri macàbri del momento estremo,
sul labbro il nome santo d’Anarchia,
Insorgeremo.
Per le vittime tutte invendicate,
là nel fragor dell’epico rimbombo,
compenseremo sulle barricate
piombo con piombo…)”.
Luigi Molinari, Inno della rivolta, 1893
Maria Di Pietro – Sulla fotografia della vita quotidiana d’una contagiata dal Coronavirus e l’immagine contaminata di un popolo nella civiltà dello spettacolo
a Lei e Lei,
perché non hanno smarrito i baci al profumo di tiglio
e compreso che i corpi in amore hanno l’eternità dietro e davanti a sé…
« Le quattro direzioni saranno colpite dalla siccità e appariranno continuamente presagi di sventura. Le dieci azioni malvagie aumenteranno, in particolare la collera, l’avidità e la stupidità, e gli uomini non si preoccupe- ranno dei loro padri e delle loro madri più di quanto facciano i caprioli (…). Uomini devoti, nell’era della confu- sione e malvagità dopo la mia morte, il paese cadrà nella devastazione e nel disordine, gli uomini si deruberanno l’un l’altro e la popolazione sarò ridotta alla fame. A causa della fame a quel tempo molti uomini decideranno di lasciare le loro case [ per farsi monaci ]. Tali uomini si chiamano “zucche pelate”. Quando questa folla di “zuc- che pelate” vedrà qualcuno che cerca di proteggere il corretto insegnamento, lo inseguirà e lo caccerà, o addi- rittura lo ferirà o lo ucciderà. Questa è la ragione per cui io, adesso, do il permesso ai monaci che osservano i precetti di associarsi ai laici che portano spade e bastoni. E, anche se essi recano spade e bastoni, io li chiamerò uomini che osservano i precetti ».
Dal trattato, Adottare l’insegnamento corretto per la pace del paese, di Nichiren Daishonin, 1260
Gli anni più belli (2020), di Gabriele Muccino
Una volta un tale incontrò Einstein e gli disse: “Io mi sveglio alla mattina alle cinque e annoto le idee”.
E Einstein: “Io no. Sa, io di idee ne ho avute al massimo una o due”.