Raoul Vaneigem – Trattato sul saper vivere. Ad uso delle giovani generazioni
Ladro, assassino, coatto, scampato alla forca per miracolo, François Villon é il più grande lirico di Francia.
Al domicilio coatto nelle biblioteche dei ricchi, ad un secondo esilio nelle edizioni di lusso, imprigionato dentro carta india e rilegatura in pelle, pare sia ricondannato oggi in Italia, dove solo i ceti abbienti sembra possano leggerlo (quando lo leggono!).
Questa edìzione da tre soldi vuole riportarlo (in una scelta essenziale) nelle mani di tutti, come quando, quasi all’alba del Rinascimento, il popolo ne tramandava a memoria le ballate.
“Nell’amore come nella bellezza, ogni vero sguardo è uno sguardo incrociato…
tra colui che guarda e colui che è guardato… Uno sguardo privo
di relazioni difficilmente ha acceso la bellezza.
Gli sguardi incrociati sono gli unici in grado di far scaturire la scintilla che illumina…
i soli a permettere alla luce divina di giungere a rivelazione.
Ma in un’autentica esperienza d’amore e di bellezza”.
François Cheng
Non esistono guerre giuste,
Non esistono guerre sante,
Non esistono guerre “umanitarie”…
La pace si fa con la pace!
Toccare la pace, toccare la pace!
Maledette le guerre e le carogne che le fanno!
Quand’anche avessi tutti i tesori della terra e conoscessi le lingue degli angeli,
se non ho l’amore non sono niente!
La libertà, come l’amore, non si concede, ci si prende!
Là dove le nostre lacrime s’incontrano, i nostri cuori si danno del tu!
Pino Bertelli
Dal 21 dicembre al Centro Espositivo del Comune di Cecina
Appunti per il superamento della “psicologia” e per la realizzazione della saluteù
Agosto 1980
«Quando ero bambino, mio padre mi insegnò a non piegare mai la testa di fronte alla cattiveria e non scendere mai così in basso tanto da odiare una persona…
Un uomo – era solito dire – ha il diritto di guardare un altro uomo dall’alto, soltanto per aiutarlo ad alzarsi.
Quando ero bambino, mia madre mi disse di non avere timore di piangere, né quando si ama né quando si soffre…
mi disse anche di non aver paura dell’amore ma di temere di non averlo incontrato mai!»
(Pino Bertelli).