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Gianfranco Sanguinetti

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Gianfranco Sanguinetti

Gianfranco Sanguinetti: copia della sua Lettera in risposta al recente discorso del presidente della Repubblica sulle vittime del terrorismo, nel quarantennale dell’assassinio di Aldo Moro.

[ Ricevo da Gianfranco Sanguinetti copia della sua Lettera in risposta al recente discorso del presidente della Repubblica sulle vittime del terrorismo, nel quarantennale dell’assassinio di Aldo Moro. Come scrive Franco Senia (altro destinatario della lettera di Sanguinetti, al quale ci affran­chiamo): « In questi nostri tempi, nei quali il discorso sul “terrorismo” si è ormai irrimedia­bilmente “polarizzato”, e non lascia più alcuno spazio alla critica, mentre non si limita nien­t’altro che all’adesione, quasi forzata, ad una di quelle che sono rimaste le due tesi principali – ed in qualche modo speculari – nelle quali assistiamo, ancora una volta e sempre, da una par­te, alla messa in scena della demonizzazione del “male assoluto” e, dall’altra, allo spettacolo della mitizzazione di un passato in cui – come in un vecchio film apocrifo di Sergio Leone – si ricordano i “vecchi bei tempi” che non ci sono mai stati (quantomeno nei termini nei quali vengono ricordati)! A fronte di tutto ciò, ben venga quella che nella Lettera di Gianfranco è la critica che manca, e che proprio per questo merita, in quanto tale, di essere ripetuta e diffusa. Anche perché altrove, a fronte delle due versioni che continuano ad alimentarsi l’una dell’al­tra, di critica non se ne vede avvisaglia alcuna. Non si vede niente, e nessun altro, che sia in grado di farci notare ancora una volta – come sempre riesce a fare Gianfranco – che il re conti­nua ad essere nudo!» ].

Gianfranco Sanguinetti, autore fra l’altro del libro Del Terrorismo e dello Stato (1979), ren­de noto di avere inviato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la seguente rispo­sta al suo discorso in memoria delle vittime del terrorismo, nel quarantennale dell’assassinio di Aldo Moro.

***

Risposta al discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
dedicato alle vittime del terrorismo,
nel quarantennale dell’assassinio di Aldo Moro

Signor Presidente,

Il Suo discorso in memoria delle vittime del terrorismo perpetua, senza smentirle, a quaran­t’anni di distanza, tutte le menzogne e ambiguità che sono state spese al proposito, per na­scondere la semplice verità, verità che chi dirigeva il terrorismo italiano era deputato ad ucci­dere per prima.

Le è sfuggita una sorta di lodevole confessione, censurata dalla stampa, quando Lei ha con­fermato che il nostro Paese è stato insanguinato “con la complicità di soggetti che tradivano il loro ruolo di appartenenti ad apparati dello Stato”: Ma si ferma qui. Non Le pare questo lo scandalo fondante del terrorismo? E perché non nomina questi complici? Qualcuno glielo impedisce? Senza queste complicità, e senza questa impunità, non avremmo avuto venticinque anni di terrorismo. Perché, Signor Presidente, non nomina il Servizio Segreto, l’Ufficio Affari Riser­vati, Gladio, il colpo di Stato messo in atto impunemente dalla loggia P2, che aveva infiltrato tutte le Forze Armate, Carabinieri e Polizia, Governo e Parlamento, economia e banche, Giu­stizia e Informazione? Perché non nomina i servizi stranieri che hanno partecipato attivamen­te all’esperimento del terrorismo italiano, esperimento che è riuscito perfettamente nell’in­tento di ingannare il mondo, al punto di essere poi esportato dappertutto, in America come in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, etc.? Chi perpetua l’inganno e l’omertà al suo proposito, perpetua il terrorismo. Chi non nomina il nemico è suo complice. Chi non puni­sce il male, comanda che si faccia.

Lei sa perfettamente che questi apparati dello Stato sono intatti e operanti ancora oggi, e ciò è provato dal fatto che perfino Lei si guarda bene dal nominarli, Lei che pure avrebbe più ra­gioni personali di altri per denunciarli, visto che è stato toccato da un grave lutto ad opera degli stessi. Perché, nel giorno della memoria, Lei non ricorda che la Cassazione, assolvendo gli imputati, condannò al pagamento delle spese processuali i parenti delle vittime delle stra­gi di Piazza Fontana e Piazza della Loggia? Non cale ?

Il Suo discorso evita accuratamente di dire tutto ciò che potrebbe compromettere la soprav­vivenza impunita di questi apparati, che hanno le mani lorde di sangue italiano. Lei ci dice che il terrorismo è stato sconfitto dalla democrazia: questa è una contro-verità. Il terrorismo, proprio al contrario, ha vinto perché ha messo fine a ogni forma di democrazia, di libertà e di verità in Italia e altrove: era questo, effettivamente, il suo compito.

Oggi ci si fa beffe della volontà del popolo italiano, perché qualunque cosa essa esprima e decida, l’Italia viene governata dal famoso “pilota automatico” evocato da Mario Draghi. Chiunque vada al governo deve seguire le direttive dettate dal “pilota automatico”. È di que­sto che Lei, come il Suo predecessore, siete veramente i garanti, non del rispetto della Costi­tuzione. Dirlo sarebbe onestà. Il terrorismo, forte del sostegno di tutti coloro che, non lo smascherano definitivamente, ha ridotto progressivamente, e poi soppresso, ogni libertà dei popoli, la società militarizzata è in stato d’eccezione, e la Costituzione italiana carta straccia. Come Lei sa l’Italia vive da tempo in un regime post-costituzionale, così come altri Paesi vit­time del terrorismo.

Come è mai possibile che Lei non si sia reso conto che viviamo in un tempo in cui i poteri veri pretendono di avere soltanto i nemici che si fabbricano loro stessi, su misura, e per l’uso spettacolare che intendono farne? E che non si accorga che i padroni veri di questo nostro tempo proiettano in questi simulacri di nemici fittizi tutte le proprie infamie e crudeltà parti­colari ? Per poi fingere di combatterle risolutamente, per convincere gli elettori che “il bene”, da loro rappresentato, ha trionfato sul “male”, incarnato di volta in volta nei terroristi delle Brigate Rosse, in Bin Laden o nello Stato Islamico, da loro stessi fabbricati e diretti? Anche Lei, Signor Presidente, vive nella società dello spettacolo: se ne è accorto?

Nel 1979, nell’Avvertimento con cui si iniziava il mio libro Del Terrorismo e dello Stato, nel quale denunciavo, senza mai esser smentito, le mistificazioni sull’assassinio di Moro e sul terrorismo, scrivevo già:

“E qualunque cosa oggi se ne dica, fra dieci o venti anni, o prima, quando tutto diventerà chiaro a tutti, ci si ricorderà di quello che ho scritto io sul terrorismo, e non certo dei fiumi d’in­chiostro che tutti i mentitori di professione e gli stupidi spargono attualmente al proposito”.

Che Lei, Signor Presidente, a quarant’anni dai fatti, stia ancora fingendo di cercare la verità, per evitare di dirla1 , verità che oggi molti hanno ben chiara, questo è un’ulteriore offesa a tutto il popolo italiano, che tante ne subisce.

Con il massimo rispetto per la memoria storica,

Gianfranco Sanguinetti, 11 maggio 2018

P.S. Questa lettera è inviata per posta, poiché il sito di posta elettronica della Presidenza della Repubblica non è funzionante.

1 -“… lo scandalo dell’ignoranza è il prezzo che [si] deve pagare per fingere l’ignoranza di certi scandali” (G. S. Del Terrorismo e dello Stato, 1979, 1980)

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