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Chi è Pino Bertelli secondo Pino Bertelli?

Inserito da serrilux

Chi è Pino Bertelli secondo Pino Bertelli?

Intervista per la rivista Cult (Per motivi di spazio l’intervista a Pino Bertelli era stata scorciata. Questa è la stesura integrale.)

 

Cult. Chi è Pino Bertelli secondo Pino Bertelli?

Un fotografo di strada… un fotografo in utopia… un anarchico che sta dalla parte degli ultimi, degli sfruttati, degli oppressi… non solo con la macchina fotografica… fino a vent’anni tutti fanno fotografie, poi restano i fotografi e gli imbecilli… e questo vale per tutte le forme d’arte…

Cult. Come puoi riassumere la tua vita in un’immagine?

L’immagine nella quale più mi riconosco è quella di una bambina avvolta nelle fasce insanguinate che ho fotografato durante la guerra in Iraq nel 2003… è una denuncia (fatta con grazia e amorevolezza) contro tutte le guerre… non ci sono guerre giuste, né guerre sante, né guerre umanitarie… la guerra “bruttura” l’uomo e lo rende stupido e schiavo di ogni potere… maledette le guerre e le carogne che le fanno!

Cult. Che rapporto hai con te stesso?

Ironico… mi piace stare al limitare del bosco, in margine alla stupidità generale che si affanna a cercare un posto in paradiso o nel consenso del mercimonio… un artista senza talento è un assassino o un Giuda Iscariota per eccesso di euforia… chi conosce la forca non sempre conosce l’arte (non solo della fotografia) e chi fa dell’arte non sempre conosce la forca, anche se qualche volta lo meriterebbe…

Cult. Quali sono gli eventi che ti hanno reso quello che sei?

I racconti sulla resistenza di mia nonna partigiana… mentre buttava il pesce azzurro sulla piastra di ghisa della stufa mi diceva: “Fai quello che vuoi nella vita, ma quello che fai cerca di farlo per amore, solo per amore di chi è più sfortunato di te!”… mio padre, bombarolo di mare, anarchico sempre… quando gli accendevo la pipa o il sigaro toscano, era solito dire: “Se uno è troppo ricco vuol dire che quello che ha l’ha rubato ad un altro! Ribellarsi è giusto!”. Ciascuno è la coscienza che vive… in ogni politico si cela un assassino (o un buffone) in formato grande! e quando si rivela c’è un po’ più male nel mondo!

Cult. Se dico Italia qual è la prima cosa che ti viene in mente?

Una massa di profittatori, di disonesti, di saltafossi, di voltagabbana annidati nei posti di potere… ma anche un popolo che è stato capace di esprimere la voglia di libertà e di giustizia… quando la meglio gioventù si è legata al collo uno “straccetto rosso” (Pier Paolo Pasolini, diceva), è andata alla macchia per combattere il nazifascismo e ha conquistato (con 60.000 morti) la democrazia… che oggi è in pericolo, defenestrata da un manipolo di faccendieri, di saprofiti e di criminali che hanno fatto il covo (di serpi) in parlamento… dietro ogni politicante c’è sempre un un bravaccio della libertà… una democrazia davvero partecipata è l’agorà di una casa comune dove libertà, giustizia ed eguaglianza sono il pane quotidiano…

Cult. Cosa pensi della cultura italiana?

Quello che ne pensava Pasolini… tutta apparenza e niente sostanza… la cultura italiana è la più omologata, la più servile e la più imbecille della Terra… basta scrivere un libro, dipingere un quadro, girare un film o andare in televisione a vendere la propria merce, ed ecco che qualcuno pensa di essere un semidio e invece è soltanto un idiota con le stigmate di intellettuale… il confine tra genio e talento è profondo e feroce, ecco perché ci sono tanti cattivi talenti in giro (e pochi artisti che sanno usare l’arte quanto il coltello)… quasi tutti sono a libro paga di qualche padrone o mercante per un un po’ di considerazione (e qualche dollaro) nelle sfumature della storia…

Cult. Cos’è che non hai mai capito della gente?

L’indifferenza… l’inclinazione alla schiavitù… l’opportunismo… la vigliaccheria… la genuflessione a un dio o a uno stato… e pensare che basterebbe non servire più e ogni potere costituito sulle rovine della libertà, crolla… occorre maggiore finezza per fare a meno del consenso e del successo cercato dai poveri di spirito che danzare sulla testa dei re… la maggior parte della gente, specie quella che fa professione di pensare, è riconducibile a un crimine di leso linguaggio verso i più elementari diritti umani…

Cult. Cos’è per te la felicità?

La felicità è il ritorno alla bellezza, alla capacità di meravigliarsi e di stupirsi ancora del mondo… vivere ogni giorno come un’infanzia interminabile là dove finisce il mare e comincia il cielo… fare dell’amore di sé e per l’altro il primo passo verso una società di liberi e uguali… il bello come manifestazione del bene, il bello come manifestazione del vero, diceva il figlio del sellaio di Königsberg. “Bellezza è verità, questo solo sulla Terra sapete, ed è quanto basta” (John Keats). La Bellezza è anche il Bene e non c’è integrità, perfezione o simmetria che tenga… la Bellezza si mostra, non si dimostra… e non ci può essere Bellezza se non c’è il Bene comune e non si raccorda alle idee di giustizia e libertà dell’uomo in rivolta. Verrà l’amore e avrà i tuoi occhi…

Cult. Cos’è per te il disagio?

L’impossibilità di essere normali… non possedere nessuna verità, se non la propria… avere compreso che adorare un qualsiasi simulacro (generale, papa o capo di stato) è un atto di demenza accettata… non c’è storia che non sia dell’anima in volo… il patriottismo, la fede, le ideologie sono l’ultimo rifugio dei parassiti che si incensano davanti allo spettacolo di una civiltà senza domani… “L’umanità vive amorosamente negli avvenimenti che la negano” (E.M. Cioran)… se non screditate uomini, dèi e istituzioni, non incapperete in nessuna punizione… gli entusiasmi della politica e i
deliri delle fedi monoteiste si richiamano all’obbedienza degli asini, ecco perché a un certo grado di stupidità ogni forma di tirannia prolifica… occorrerebbe una notte di san Bartolomeo dei partiti o una flânerie del massacro dei politici, dei preti, dei finanzieri, dei sindacalisti e financo degli artisti o, forse, basta solo conoscere il profumo del gelsomino per mutare il corso delle costellazioni.

Cult. Qual è il tuo rapporto con le droghe e gli alcolici?

Non sono un proibizionista… i divieti non servono… si tratta di non radicarsi, non appartenere a nessuna fazione… disfarsi dei propri rimorsi e dei propri rancori… vomitare i propri segreti… non tutti hanno la fortuna di vivere o morire giovani… giocare allo spirito puro rasenta l’indecenza, diceva… il disagio dell’esistenza è tutto qui… meglio farsi sale, lievito, chicco di grano e accogliere il diverso da sé, vestire chi è nudo, farsi stranieri ovunque… che credere a qualcuno o a qualcosa che possa sollevare il nostro dolore a vivere nella condizione di ferventi collaboratori della dissolutezza imposta dalla morale dominante… la liberazione degli oppressi ci libera da tutte le ragioni degli oppressori… il papavero è anche un fiore!

Cult. Di cosa hai paura?

Della stupidità generalizzata… è la stupidità che partorisce mostri… che nega la dignità dei popoli… la vita è liberazione, è il gusto e il rischio di “osare la speranza”, dice il mio maestro e amico Don Andrea Gallo, un prete “angelicamente anarchico”… la forza del diritto è la ricerca del bene comune, mentre nella società dello spettacolo impera il diritto della forza… la gioia della vita piena è nel rispetto degli ultimi, degli emarginati, degli impoveriti… dove c’è fraternità c’è amore dell’uomo per l’uomo e liberarsi dalla paura significa praticare l’arte di non governare né essere governati in questo modo e a questo prezzo…

Cult. Perché hai accettato di fare quest’intervista?

Per amore, solo per amore dell’utopia che abita la cultura, la politica e la disobbedienza civile delle giovani generazioni… l’utopia si realizza strada facendo… tutto qui.

Piombino, dal vicolo dei gatti in amore, 8 volte novembre 2011

Manifesto per una fotografia dei diritti umani resistenza sociale, disobbedienza civile e poetica dell’immagine

Manifesto diritti umani