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Il piombo e le rose. Utopia e Creatività nel Movimento 1977

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Il piombo e le rose. Utopia e Creatività nel Movimento 1977

di Tano D’Amico e Pablo Echaurren (testi di Gabriele Agostini, Tano D’Amico, Pablo Echaurren, Diego Mormorio, Raffaele Perna, Kevin Repp, Claudia Salaris, Gianfranco Sanguinetti), Postcart Edizioni, 2017, pagg. 171, euro 25

In occasione della mostra- ’77 una storia di quaranta anni fa nei lavori di Tano D’Amico e Pablo Echaurren – esposta al Museo di Roma in Trastevere, è stato pubblicato il catalogo “Il piombo e le rose. Utopia e Creatività nel Movimento 1977” [Roma, 23 settembre 2017 / 14 gennaio 2018]. Va detto. Il libro è toccante, passionale, perfino bello! La grafica di Echaurren e le fotografie di D’Amico, del resto, non hanno molto bisogno di presentazioni… la loro bellezza autoriale ha illuminato le giovani generazioni che nel ’68 volevano infrangere la geneaologia del fanatismo e la fascinazione delle masse per i palafrenieri dell’indottrinamento politico e religioso… la loro arte non si è mai connaturata con quella dei cortigiani della cultura dominante e insieme alle proteste di quei ragazzi che inseguivano la gioia, hanno attraversato gli anni ’70 con nuovi bagliori di utopie mai dimenticate!

Gli scritti che inframmezzano il libro entrano nel profondo di un Movimento che in molti casi ci ha insegnato a vivere o morire per un’idea più giusta e più umana per tutti… in qualche modo hanno combattuto contro un sistema di speranze e provato con la caduta degli idoli a far crollare anche i pregiudizi. Questo volume testimonia, appunto, che al di là della partitocrazia e del mercato intellettuale, sempre prono alle richieste dei padroni dell’immaginario collettivo, in quegli anni di sovversione non sospetta della vita quotidiana, un’ondata di ragazzi (con il sorriso sulle labbra e la felicità nel cuore) ha cercato portare nelle strade la dignità, l’amore e la bellezza, e come dicevano gli antichi greci, nella bellezza c’è anche la giustizia.

Lo scritto di Gianfranco Sanguinetti – “Un orgasmo della storia: il 1977 in Italia. Digressioni sul filo della memoria di un ex-situazionista” — fa storia a sé… lo stile è quello fine, alto, nobile e diretto di uno dei protagonisti di quella stagione all’inferno… e come diceva Cioran, “Tutto ciò che non è diretto è senza valore”. Sanguinetti parla di Guy Debord (anche in controluce), dell’Internazionale Situazionista (che intendeva rovesciare un mondo rovesciato), del comunismo tradito (dalle sinistre al caviale), della repressione politica, dell’insurrezioni delle giovani generazioni… annota chi erano i nemici, l’infamia degli intellettuali italiani, il colpo di Stato di nuovo tipo e la distruzione del Movimento… la requisitoria è impietosa… come la lama alla gola di un tiranno… il genio del paradosso, dell’iperbole, dell’ironia s’addossa alla burocrazia politica, alle stragi di Stato, al terrorismo pilotato dai servizi segreti deviati, alla droga diffusa dai centri di potere per cancellare i giovani ribelli dalla storia.

Pablo Echaurren, L’arte sarà collettiva o non sarà, 1977, china e collage su carta, 24 x 34 cm

La poetica ereticale di Echaurren passa dai ciclostilati alle copertine di libri, dai disegni per “Lotta Continua” a fumetti irriverenti che andavano a figurare un altro modo possibile di fare comunicazione… ogni frammento grafico non era solo un’espressione personale, ma la testimonianza anche di una vitalità artistica che sosteneva il primato della soggettività contro la menzogna dell’industria culturale e l’inganno della politica. Per comprendere a fondo un autore non bisogna cercare nulla nella sua opera, ma soprattutto andare a vedere come ha vissuto il proprio tempo e il romanzo autobiografico che si è portato addosso.

Le fotografie di D’Amico registrano i sogni, le lotte, il coraggio di quelle generazioni che osavano attentare le definizioni abbaglianti del potere… che sfidavano i manganelli, i fucili, gli spari solerti della polizia e qualche volta riuscivano anche a restituire il male subito con il medesimo sale… combattevano il diritto della forza con la forza del diritto e portavano nella strada i migliori anni della loro vita. L’icona del Movimento ’77 è la ragazza con il viso coperto dal fazzoletto che sfida i carabinieri con lo sguardo… sembra dire che la stupidità vede ovunque simulazioni, violenze e proclami elettorali, l’intelligenza solo ingiustizie, repressioni e rivolte sociali.

L’abbiamo rammentato sopra… gli scritti frugano nelle ferite mai rimarginate di un’epoca che voleva portare la fantasia al potere, non per possederlo, ma per meglio distruggerlo! La civiltà dello spettacolo o mercatale che impera nel pianeta è gravida di banalità e di apocalissi, sostenuta da una pletora di fanatici, detrattori, criminali con accenti terroristici… è il terreno di spiriti totalitari che imperano non solo in Europa ma nell’intero pianeta e fanno dell’umanità tutta una cloaca di sopravvivenza. Non si è veramente letta la storia finché non la si è riletta, vista o raccontata nelle testimonianze o riflessi vitali di chi l’ha vissuta. Davanti al dolore degli altri restano sono la commozione e il ringraziamento per tutti quegli spiriti liberi sensibili alle foglie… che hanno dato l’assalto al cielo per respingere dappertutto l’infelicità.

Le parole della comunarda Louise Michel, pronunciate davanti al tribunale che la condannava ai lavori forzati per le sue idee di amore e libertà, non sono mai cadute nel confortorio delle dimenticanze: “Poiché sembra che ogni cuore che batte per la libertà ha diritto solo a un po’ di piombo, reclamo anch’io la mia parte. Prendete la mia vita, se non siete dei vigliacchi, uccidetemi. Se mi lascerete vivere, esorterò incessantemente alla vendetta e denuncerò alla vendetta dei miei fratelli gli assassini della commissione delle grazie…”. La libertà non si concede, ci si prende.

Il libro di Tano D’Amico e Pablo Echaurren è un invito a riprendere l’inclinazione a vivere prima di assoggettarsi all’abitudine di obbedire… non ricorda solo la creatività e la bellezza di un Movimento che voleva abbattere la scuola dei despoti… ma riporta anche a quella meraviglia, a quello stupore che rivestivano i sogni di quei ragazzi in utopia che distinguevano il vero dal falso, urtavano contro i muri che respingevano gli arrembaggi, rompevano le catene secolari dell’esistenza umiliata, facevano della verità la rivolta contro l’irrimediabile… non temevano di affrontare il piombo in divisa e innaffiare di bellezza le rose rosse/nere della comunità che viene… e quando la verità scende nelle strade è rivoluzionaria.

Piombino, dal vicolo dei gatti in amore, 2 volte novembre, 2017

Nota fuori margine
Le recensioni di libri sono riprese qui come sono apparse in Le Monde Diplomatique tra il 2004 e il 2015, e altre proposte nella versione originale. Un ringraziamento fraterno, amoroso, complice va a Geraldina Colotti, compagna di strada, che ha accolto i nostri scritti con amichevolezza e, sovente, li ha anche migliorati con i suoi interventi redazionali.

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