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Pensare l’Islam

Inserito da serrilux

Pensare l’Islam

di Michel Onfray, Ponte alle grazie 2016, pp. 157, 10 Euro

In questo libro piuttosto spregiudicato sulla religione, il terrorismo e le responsabilità dell’Occidente sull’attuale stato di guerra in medio oriente e nel mondo… Onfray dissemina idee e provocazioni contro i mali politici, finanziari, criminali al tempo della civiltà marcatale… la risposta peggiore alla violenza è la violenza… dice da qualche parte… e la destra e la sinistra (non solo francesi) hanno seminato a livello internazionale la guerra contro l’Islam politico e ora raccolgono a livello nazionale la guerra dell’Islam politico… il neoliberismo traduce l’infelicità degli uomini in merce e attraverso gli indici d’ascolto dei canali televisivi fa credere che la devastazione dell’Iraq, della Siria o della Libia è in difesa dei diritti dell’uomo… agli uomini non è più permesso di pensare: i trattati economici impegnano, le risoluzioni politiche uccidono.
All’interno di Pensare l’Islam, nell’intervista con Asma Kouar, Onfray non fa sconti a nessuno… né all’ipocrisia guerrafondaia dell’Occidente né al fanatismo terrorista islamico… il filosofo radicale libertario ricorda Spinoza e invita a — Non ridere, non piangere, ma comprendere” — … e riguardo al principio di sovranità nazionale e dei Paesi che violano i diritti umani scrive: “Perché non bombardare la Cina? e Cuba? L’Arabia Saudita? L’Iran? Il Pakistan? Il Qatar? O anche gli stessi Stati Uniti, in cui si continua implacabilmente ad applicare la pena di morte? O addirittura Israele, che da tempo immemore le risoluzione dell’ONU condannano per la sua politica di colonizzazione dei territori palestinesi? Basta leggere i rapporti di Amnesty International per scegliere i propri obiettivi: c’è l’imbarazzo della scelta” (Michel Onfray). Le “nuove crociate” (come quelle di prima) servono a salvare il dissesto finanziario delle democrazie consumeriste e consolidare la dittatura sul popolo dei regimi totalitari.
Per Onfray, a ragione, dietro la falsa tolleranza occidentale c’è il colonialismo, la violenza, il proseguimento della politica economica imperialista con i soliti mezzi di sempre, da una parte le chiacchere, dall’altra le bombe. Gli aggrediti diventano aggressori e dietro i successi e gli insuccessi degli assassini dello Stato Isalmico non c’è solo il Profeta (che li assolve dai loro peccati) ma soprattutto i mercanti d’armi (e naturalmente le banche internazionali) e i servizi segreti dei governi forti (Stati Uniti, Cina, Russia, Inghilterra, Francia)… anche l’italietta catto-PD sta al gioco degli affari sporchi e il Papa benedice la misericordia dei poveri senza accorgersi mai che anche dalla sua banca passano i dollari sporchi di sangue del nuovo impero dello spettacolo.
Lo sdegno di Onfray contro i potenti è velenoso ad ogni giro di pagina… se la prende con i partiti, con i politici, con i giornalisti, con l’apatia delle masse e sostiene che “rivoluzione che viene” non può passare da qui… la critica del filosofo alle tre religioni monoteiste è spietata… quanto quella contro i mercanti d’armi che finanziano le campagne democratiche e repubblicane per la Casa Bianca… nei media la guerra, il terrorismo, il genocidio, gli scandali politici… sono alternati con pubblicità, eventi sportivi, master-chef delle patatine fritte, rivoluzionari in passerella vestiti Armani… concentrare il numero massimo di persone davanti agli schermi/video vuol dire addomesticare un popolo — avverte Onfray —, e un popolo che non pensa diventa una massa facile, da condurre, da guidare, da governare. Solo uno stupido ha bisogno di vedere una guerra per capire che sarebbe meglio rifiutare di farla! Tuttavia la stupidità sembra essere la peste della nostra epoca.

Piombino, dal vicolo dei gatti in amore, 3 volte agosto, 2016

Nota fuori margine
Le recensioni di libri sono riprese qui come sono apparse in Le Monde Diplomatique tra il 2004 e il 2015, e altre proposte nella versione originale. Un ringraziamento fraterno, amoroso, complice va a Geraldina Colotti, compagna di strada, che ha accolto i nostri scritti con amichevolezza e, sovente, li ha anche migliorati con i suoi interventi redazionali.

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