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L’UMILTÀ DEL MALE

Inserito da serrilux

L’UMILTÀ DEL MALE

di Franco Cassano, Laterza, 2011, pp. 94, € 14

Il piccolo libro di Franco Cassano, L’umiltà del male, è davvero grande… Cassano, del resto, non è nuovo a imprese magistrali, e il suo Il pensiero meridiano è ancora un punto di riferimento filosofico, antropologico e politico per quanti si accingono a studiare le culture antiche che hanno fatto del Mar mediterraneo una fucina di idee — anche di sollevazioni — che sono al fondo dell’intera storia dell’umanità. L’onestà intellettuale di Cassano è rigorosa, scomoda, una voce “stonata”, fuori dalle compagini e dagli schieramenti istituzionali in preda al malaffare e connivenze criminali…. più di ogni cosa, ciò che L’umilltà del male disvela, è l’incapacità della partitocrazia a superare la propria mediocrità. “Senza un’élite competente e coraggiosa la politica muore — scrive Cassano —. Ma questa spinta morale deve sapersi confrontare con la maggioranza degli uomini, misurarsi con la loro imperfezione, deve diventare politica”. Le insurrezioni spontanee scoppiate nel mondo arabo (ai nostri giorni) sono solo un esempio dell’impreparazione culturale e politica delle caste al potere… Cassano anticipa queste disobbedienze sociali e annuncia che i tempi degli “illusionisti dei governi autoritari”, imbonitori televisivi o le “mosche cocchiere” della sinistra sono finiti o finiranno comunque per avere portato alla catastrofe (ambientale, politica, sociale) l’intero pianeta.

L’umiltà del male si dipana in un prologo e tre capitoli: La debolezza del potere, La zona grigia, I nuovi interpreti e la “Leggenda del Grande Inquisitore”. Il filo rosso che unisce l’insieme è lo sdegno di Cassano contro i detentori del consenso della società dello spettacolo (la santa romana chiesa, inclusa)… il male che questi inquisitori della modernità incarnano, tuttavia non è ereditario né invincibile e per quanto forti sono costretti sempre più a fare i conti con l’emergenza migratoria dei popoli impoveriti che chiedono il diritto di avere diritti. “Il male — annota Cassano — approfitta della distrazione o della boria del bene per mettere le tende e costruire alleanze”… e passando per gli studi di Levi, Dostoevskij, Weil, Pascal, Lévi-Strauss… avverte che i tarli della rovina hanno già mangiato i pilastri economici/politici dei dominatori… gli ultimi stanno bussando alla porte della storia e il passaggio al crollo del “grande imbroglio” non è lontano… Cassano non lo dice così, ma è a questo che rimanda.

Il saggio di Cassano fa da specchio alla dimensione tragica della politica imperante e da detonatore per le giovani generazioni che insorgono contro i sarcasmi mediatici e costrittivi della società addomesticata… Cassano si accosta allo straordinario del quotidiano, alla sofferenza degli indifesi, all’incapacità della politica istituzionale a dare risposte concrete in favore di popoli derisi, calpestati, violentati di ogni ragione… anche quella di sognare un mondo più giusto e più umano… sostiene inoltre l’urgenza, “la necessità di trovare forme di interazione tra l’utile e il bene, di conquistare alleati «interessati» al bene è assolutamente vitale; se per la maggioranza degli uomini salire in aria è impossibile, non è detto che molti tra essi non possano essere aiutati a salire di qualche piano” (Franco Cassano), e riuscire a fare della propria esistenza un’eterna infanzia.

L’umiltà del male è un apologo sull’indignazione… sul desiderio di ridere e giocare ancora… rompere il pregiudizio che vieta alla maggioranza dell’umanità di appropriarsi dello sviluppo tecnologico e metterlo a frutto della propria crescita comunitaria… l’ineguaglianza della “società consumerista” porta gli uomini a indignarsi e a chiedere con forza bisogni sociali nuovi… il riorientamento della critica politica è aperto all’azione eversiva e l’esistenza quotidiana rovesciata è l’atto, l’avvenimento, il debutto dell’uomo che prende decisioni, comunica conoscenze, scioglie le contraddizioni della vita ordinaria e si libera di tutti i ciarpami che lo riducono a servo soltanto. Il pensiero di Cassano agita gli animi ulcerati dalla libertà, rifiuta la sottomissione e la rinunzia ai diritti, smaschera la volgarità e la mediocrità disseminate nei mezzi di comunicazione di massa genuflessi al potere… mostra che tutti i “grandi inquisitori” fanno uso del fucile e dell’aspersorio per edificare deserti di morte… è un appello morale a quanti si oppongono al genocidio dell’intelligenza, prendono nelle mani la propria vita e cominciano a tirare i sassi alla “zona grigia” dove pochi arraffano le ricchezze prodotte da molti… è un libro che ci insegna che l’infelicità degli uomini ha cause precise, tutte ascritte ai tenutari della politica, ai balordi dell’economia e ai demagoghi della chiesa… ci ricorda anche — senza mai farne apologia — che la resistenza sociale nasce là dove l’emancipazione dell’uomo comincia a delegittimare l’origine del male e inaugura la comunità che viene. “La fraternità va praticata subito e costantemente, perché le vie di un cambiamento o sono praticate da un gran numero oppure non sono” (Franco Cassano). Di più. L’uomo in rivolta possiede direttamente i mondi che sogna. Il sognatore, infatti, vive su un doppio binario di coscienza, quello del suo benessere e quello del mondo felice che vuole conquistare per tutti. Il profumo del gelsomino modifica il corso delle costellazioni, Victor Hugo, diceva… e tutto l’universo dell’umanità è custodito nell’odore selvatico della libertà.

16 volte marzo 2011

Manifesto per una fotografia dei diritti umani resistenza sociale, disobbedienza civile e poetica dell’immagine

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