“Io vorrei, e questo sia l’ultimo ed il più ardente dei miei desideri, io vorrei che l’ultimo dei re fosse strangolato con le budella dell’ultimo dei preti” (Jean Meslier).
Uno dei libri più censurati dalla chiesa cattolica, scritto da un curato di campagna nel 1729… questa è la versione di Voltaire, 1933…
Siamo nel 1724, Meslier ha 60 anni e, cosciente che la sua vita è ormai sulla via del tramonto, pone mano al suo testamento, affidando alle carte ciò che aveva meditato in silenzio per quasi tutta la sua esistenza: la piu’ completa e spietata critica di tutte le religioni in generale e di quella cristiana in particolare.
L’opera che ne risulta è tale che lo scandalo non poteva essere più sensazionale.
Nessuno, in quell’epoca, aveva mai osato giungere a tanto!
Lavorando di notte, al fioco lume di una candela, Meslier mette insieme 366 fogli densi di una scrittura minuta e precisa, mettendo a nudo tutte le storture, le menzogne e le iniquità che sono alla base delle religioni allora conosciute.
Il titolo ridondante che inizia il lavoro è del tutto esplicativo:
“Memoria dei pensieri e dei sentimenti di Jean Meslier, prete, curato di Ètrèpigny e di Balaives, su una parte degli errori e degli abusi del comportamento e del governo degli uomini da cui si dimostrano in modo chiaro ed evidente le vanità e le falsità”