di Pino Bertelli, 2001 (con scritti di Dario Fo, Premio Nobel per la letteratura, Lanfranco Colombo, Maurizio Rebuzzini…)
Pino Bertelli rende liberamente disponibile un estratto di questo libro su Traccedizioni.
Il coraggio è vivere per la libertà
di Dario Fo (Premio Nobel per la Letteratura)
Le fotografie presentate in questo libro parlano da sé, ma credo sia comunque importante dare qualche informazione sulla storia degli uomini e delle donne che qui sono ritratti.
Ecco una bambina, dal vestitino un po’ sgualcito e vistosamente sporco: fissa l’obbiettivo senza sorridere. La sua pelle scura e ambrata si staglia con forte contrasto sul colore dell’arena chiara, quasi bianca. Un gioco un po’ magico e di silenzio: intorno a lei, il nulla.
Ecco il viso di una donna incorniciato da un telo di lino grezzo turchese. Ancora una volta, un gioco al contrasto di colori: denti bianchissimi che risaltano sulla pelle scura e occhi neri come l’ebano delineati con una leggera linea di kajal, unico accenno di trucco.
Ancora un’altra giovane donna. Questa volta il telo che l’avvolge è il giallo e sfuma verso un color arancio acceso. Un sorriso appena abbozzato.
E per finire, un uomo sul cui volto sono incise, profonde e marcate come le spaccature della terra di un deserto arido e secco, moltissime rughe. I suoi occhi appaiono quasi sbiaditi… forse dalla luce del sole troppo forte a cui ogni giorno li ha sottoposti. I protagonisti di queste immagini sono uomini e donne del popolo “Sahrawi”, originari del Sahara Occidentale. Sono figure piene di dignità e di fierezza, eppure, se le osservate bene, c’è nei loro occhi e nei loro sorrisi un velo di amarezza. Per capirne il motivo, bisogna allora che vi parli brevemente della loro storia e delle condizioni in cui vivono attualmente.
Questa gente un tempo abitava in una striscia di terra — del Sahara Occidentale appunto — che si affaccia sull’Oceano Atlantico tra il Marocco e la Mauritania.
Nel 1975, alla fine della dominazione spagnola, i Sahrawi hanno subito l’aggressione di questi due Paesi così gran parte della popolazione è stata costretta a fuggire dalle proprie terre trovando rifugio nel deserto algerino. Dopo anni di violentissimi scontri, la Mauritania ha rinunciato alle loro terre, ma il Marocco, attratto soprattutto dai ricchi giacimenti di fosfati, non intende mollare e continua la sua guerra di conquista, nonostante l’opera di mediazione dell’ONU.
In tutti questi anni perciò i Sahrawi, privati delle proprie terre, hanno vissuto da esuli in un arido deserto organizzando tendopoli ad immagine e somiglianza delle città abbandonate.
Questo popolo non ha accettato passivamente l’esilio e ha organizzato la resistenza e la lotta per l’indipendenza anche se, fino ad oggi, tutto ciò non ha portato altro che un elevato numero di perdite, militari e civili.
Nei rapporti di Amnesty International spesso leggiamo resoconti agghiaccianti di torture a cui sono sottoposti, nelle zone occupate, i Sahrawi sospettati di essere attivi sostenitori dell’indipendenza del Sahara Occidentale.
A questi tragici dati dobbiamo aggiungere tutte le vittime indirette dell’invasione, generalmente anziani e bambini sopraffatti dalle malattie, dalla fame, dalla stanchezza e dalle terribili difficoltà dell’esodo e dell’esilio.
Dice un antico proverbio Sahrawi: “Il coraggio è vivere per la libertà”.
Sfogliate questo libro, osservate i volti fotografati con realistica precisione da Pino Bertelli: vi renderete conto di quanto coraggio dimostri questo popolo.