di Pio Baldelli, Stampa Alternativa, 2006, 16 Euro
Il saggio, uscito nel 1976 per l’editore Mazzotta compare ora in edizione integrale e con l’aggiunta dello scritto inedito «Mass media e violenza» (1998). Pio Baldelli analizza il ruolo e le forme della controinformazione.
Smaschera la pratica del dominio esercitata dal potere economico-politico che priva i cittadini della loro libertà di espressione. Lo dice proprio così. E aggiunge che il potere non ha bisogno di bruciare i libri, i film, la televisione o le idee… per restringere gli spazi di comunicazione dei canali tradizionali della stampa democratica o di sinistra. La concentrazione delle testate, le intimidazioni, la liquidazione degli organi d’informazione scomodi alla borghesia, mostrano che il potere ha buona memoria forte e con l’uso tirannico dei suoi strumenti, sparge i propri veleni sull’immaginario sociale.
Baldelli sostiene, perciò che i circuiti di controinformazione, nelle più diverse forme, devono conquistare spazi e momenti (anche clandestini) di altra-comunicazione e decentrare le notizie e le creatività nei quartieri popolari, nelle fabbriche, negli snodi della cultura sapienziale.
«Quando al primo posto sta la strategia della rivoluzione del mondo – scrive – , allora la salvaguardia dello Stato significa inserire positivamente dei cunei tra le contraddizioni delle potenze imperialistiche, aprire quindi spazi nuovi per il movimento rivoluzionario mondiale».
Parole eretiche. Ancora attuali.
Novembre, 2006
