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IL SESSANTOTTO AL FUTURO

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IL SESSANTOTTO AL FUTURO

di Mario Capanna, Garzanti 2008, pp. 143, 13 Euro

Il sessantotto al futuro, di Mario Capanna, è un libro asciutto, sovente appassionato su un anno indimenticabile che è ormai storia. Capanna ripercorre a grandi linee la filosofia libertaria dei movimenti del ’68 e in pochi stringati capitoli mostra come la gioia planetaria di quelle utopie consumate sulle strade in rivolta, segnava l’immaginario sociale di quei ragazzi che gridavano né dio né padrone, stracciavano le ipocrisie su ogni “buon governo” e incitavano a rovesciare un mondo rovesciato. Si trattò di un’annata eccezionale, non solo per i sogni che si trascoloravano in realtà, ma anche per il vino. Nessuno ha mai più ha bevuto alla bellezza della vita come in quei giorni. “Il Sessantotto — scrive Capanna — è l’umanità che, per la prima volta si erge a testimone della propria condizione e di quella del mondo. È la coscienza globale che affiora… Alla sera si andava a dormire sapendo che ci saremmo svegliati nel futuro, che avremmo partecipato a cambiare il mondo”. Tutto vero. Ancora. Nel sessantotto furono espresse linee di democrazia diretta o partecipata e la percezione dell’insieme, sottolinea Capanna, era il modo vero di essere parte del mondo.

Il libro di Capanna è la testimonianza sentita di uno dei protagonisti del ’68, tuttavia va al di là delle memorie storiche, si lancia invece contro l’attuale menzogna del mercato globale e citando l’ultimo rapporto dell’ONU (febbraio 2007), redatto da 2500 scienziati, ricorda che la cecità ecologica delle democrazie occidentali e dei paesi emergenti (come la Cina), sta portando l’umanità verso catastrofe. Capanna sottolinea che il potere del mercato è nelle mani di pochi. Il 10% degli individui possiede l’85% delle ricchezze del pianeta e grandi pezzi di umanità continua a morire per fame o nelle guerre neocolonialiste. Il neoliberismo e le nuove tecnologie che lo sostengono, come dice Hans Georg Gadamer (ripreso da Capanna), esprimono “una nuova forma di schiavitù… Siamo schiavi pensando di essere padroni”.

Nel Rapporto ONU citato da Capanna, gli scienziati che lo hanno firmato, allarmati dei mutamenti atmosferici, del riscaldamento del clima e della violazione dei diritti umani, dichiarano che “non è più il tempo delle mezze misure: è il tempo della rivoluzione delle coscienze, della rivoluzione dell’economia, della rivoluzione dell’azione politica”. Il libro si chiude sul ricordo amorevole di una vita, quella di Soriano Ceccanti, che nella mattina di capodanno del 1969 fu gravemente ferito dai fucili della polizia davanti alla Bussola di Viareggio e finì su una carrozzella. Ceccanti non si ritirò però dalla politica attiva e a Pisa continuò a lottare con la sinistra più impegnata. Nel 1990 trova anche il tempo di vincere il campionato del mondo di scherma per disabili e per Capanna, Ceccanti, figlio di un operaio della Piaggio e di una bidella, ex studente della scuola professionale del commercio, è… il Sessantotto in cammino… niente è stato più lo stesso dopo quell’anno formidabile.

19 volte aprile 2008

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