di Guy Debord, Nautilus, 2005, 2 euro
In questo libello, scritto secondo la critica radicale situazionista, in tempi non sospetti, Debord sostiene che la produzione della non-vita è alla base di ogni totalitarismo e il male economico è il male di tutti. Il pianeta malato è un lungo articolo che Debord ha scritto per il tredicesimo numero della rivista Internazionale Situazionista e pubblicato in Francia soltanto nel 2004. L’ammazzafame è apparso in Encyclopédie des nuisances nel 1985. Il lavoro, nel suo insieme, contiene le riflessioni (in anticipo di oltre trent’anni) sull’inquinamento e la fame planetaria ai quali vanno incontro i popoli impoveriti del mercato globale: risultato della crescita incontrollata delle forze produttive, che hanno cancellato diritti e memoria della classe operaia e che determinano le catastrofi del pianeta, portano alle guerre, e ai nuovi colonialismi. Debord analizza la povertà programmatica che sta alle base del mercato delle illusioni e scrive che i veleni della civiltà massmediatica ammazzano i piaceri e rendono l’uomo schiavo della cultura del relativismo e dell’arrendevolezza. Debord dice che i criteri dell’industria agroalimentare, in concerto con i disegni dell’economia politica, sono avanti nei tempi, impongono una tritatura dei gusti e la filosofia dell’hamburger e del surgelato è il codice di comportamento quotidiano di folle solitarie che sta alla base della società dello spettacolo integrato a venire. In una società aperta e libera se tu aiuti me, io aiuto te e nessuno può prevalere su di noi, diceva.
Dicembre, 2005