Incontro tra Greg Trooper e Pino Bertelli
Traduzione simultanea e redazione, Myriam Aarab
Gregory “Greg” Trooper ( 13 gennaio 1956 – 5 gennaio 2017) è stato un cantautore statunitense. Nato nel New Jersey è autore di una decina di album in studio ad altri dal vivo per varie etichette.
[Questa conversazione si svolge tra il fotografo degli ultimi e un grande artista della musica internazionale che parla al cuore degli esclusi].
Pino Bertelli – Mi piace la malinconia della tua musica, ci sento il sogno e il desiderio di un mondo più giusto e più umano, è così?
Greg Trooper – Sì. Mi piace scrivere del mondo vero, che a volte può essere scuro, ma cerco sempre di lasciare spazio per la speranza…
Pino Bertelli – I tuoi testi credo vadano verso gli ultimi, gli umiliati e gli offesi, e contengono una giusta speranza, o almeno così ho capito, per il poco inglese che so!
Greg Trooper – Assolutamente! Cerco sempre di scrivere delle esperienze reali delle persone, e ciò che dico alla gente, quando mi chiedono del mio modo di scrivere canzoni, è che la realtà è basata sulla finzione! E’ che scrivo storie, non tanto su me stesso, ma su cose che vedo…
Pino Bertelli – Ma c’è amore nei tuoi testi e nella tua musica, questo almeno è quanto penso che tu trasmetta (con grazia) dai bordi di New York…
Greg Trooper – Sì, c’è un sacco di amore e di sentimento, cerco sempre di scrivere emozionalmente, e con senso dell’umorismo!
Pino Bertelli – Tu cosa vuoi dire con la tua arte, col tuo modo bello di comunicare agli altri, la semplicità dei sentimenti, delle emozioni e delle passioni degli uomini e delle donne della terra (anche lo loro fragilità), forse?
Greg Trooper – Beh, ecco cosa c’è sullo scrivere canzoni… durano solo 3 minuti, e ciò che cerco di fare è concentrare e semplificare questioni complesse in tre minuti, e quindi sai, la musica gioca una grandissima parte nello stabilire e determinare le tue idee!
Pino Bertelli – Cosa significano i tuoi testi? E’ autobiografia? Lasciaci le tue parole e le getteremo nel vento ai cuori in amore che sono calpestati sui marciapiedi della terra….
Greg Trooper – Beh, un po’ di autobiografia c’è, ma la mia vita è abbastanza noiosa. Se scrivessi solo su di me la cosa non si farebbe così interessante. E quindi, mettendomi nei panni degli altri, e parlando di storie che sento, o che leggo, o che immagino, posso creare una connessione più grande con chi ascolta!
Pino Bertelli – Ho conosciuto e fotografato Chet Baker a Piombino… ci siamo ubriacati insieme davanti al mare, ma è stato lui a ritrovare il luogo del suo concerto… Chet Beker mi ha dato le stesse emozioni che mi hai dato tu. Grazie. Lascia a chi non ha voce (ed è stato allevato nella pubblica via com noi) un verso di una tua canzone e lo accoglieremo nelle nostre anime perse.
[Con Chet Beker andammo al porticciolo di Marina per fare un’intervista e qualche fotografia… mangiammo pollo fritto da mia madre e vino buono dell’osteria Toni… c’era anche mio padre sul muretto del porticciolo, si fumava il sigaro toscano sul tramonto… io non sapevo l’ inglese, Chet masticava un po’ d’italiano e ne uscì una cosa deliziosa, non si parlò mai di musica, solo di amore tra i popoli, razzismi quotidiani e libertà condivise… Chet era molto magro, senza denti, aveva un maglione arancione e i pantaloni a quadri… guardava curioso le braccia senza mani di mio padre, mi allungò il fiasco e un po’ commosso, forse per il sole che affogava dal mare, brindammo a tutti gli emarginati della terra… quella sera, in concerto, mi dedicò una canzone che cantò a cappella, My Funny Valentine, due fili di lacrime mi scesero sul viso e nel cuore… quando mori, tornai sul muretto del porticciolo e mi scolai un fiasco di vino alla sua nobiliare memoria… tutto qui].
Greg Trooper – Oh, sono veramente lusingato! Mi piace questo verso che ho scritto, nella canzone “Muhammad Ali” : “Muhammad Ali, non faceva ciò che volevano… invece ha trovato il suo Dio e ci stava insegnando il significato del Natale”
Pino Bertelli – Io ho un sogno. Sogno di vedere una società di liberi e di uguali. Qual è il tuo?
Greg Trooper – Questa non è una domanda facile. Sono d’accordo con te, anche perché credo che questo sia il sogno di noi tutti… ma, credo che il mio sogno sia che l’umanità riesca a vincere nella gara contro l’avidità.
Una coppia di solitari (una ballata di Greg Trooper)
“I tuoi sentimenti sono feriti
Mentre torni di nuovo dal lavoro
Anche i miei sono feriti
Li hai feriti tu.
Abbiamo urlato come bambini
Per le piccole stupide cose che abbiamo fatto
Ti ho fatta piangere
E ho preso a pugni il cielo
Siamo andati avanti per così tanto
Facendo finta che non ci fosse nulla di sbagliato
Siamo scesi sempre più in basso
E ci siamo scordati dell’amore che avevamo trovato
Lavori, fino a darti intorpidire le dita
Da quando sorge il sole, a quando tramonta
Io sono via, da qualche parte
E noi facciamo una coppia di solitari
I tuoi sentimenti sono feriti
E ora non sai cosa sarebbe peggio
Se vivere separati, o semplicemente infelici
Potrebbe esserci qualcosa che non abbiamo trovato
Possiamo parlare di come ci sentiamo
Le lacrime potrebbero cadere, potremmo perdere la pazienza
Ma potremmo provare a riconoscerci
Prima di dirci addio”.
Discography
- We Won’t Dance [The Greg Trooper Band] (1986)
- Everywhere (1992)
- Noises in the Hallway (1996)
- Popular Demons (1998)
- Straight Down Rain (2001)
- Between A House and a Hard Place: Live At Pine Hill Farm (2002)
- Floating (2003)
- Make It Through This World (2005)
- The BackShop Live (2006)
- The Williamsburg Affair (2009)
- Upside-Down Town (2010)
- Incident On Willow Street (2013)
- Live at the Rock Room (2015)
La conversazione tra Gregg Trooper, Pino Bertelli e Myriam Aarab è avvenuta dopo il concerto di Greg al Gattarossa, Piombino, 18 volte aprile, 2012, è stata poi pubblicata in Tracce. Magazine di critica radicale e nella rivista Cult.