Dall’estetica dei “fraks” all’etica della ribellione di Pino Bertelli, 2006 (con uno scritto di Geraldina Colotti)
“L’irreverenza di questo saggio sulla fotografia trasgressiva è una specie di sabotaggio del pensiero dominante. Uno studio su una delle massime figure della fotografia del XX secolo, che va oltre lo specifico che tratta per andare a scavare altri percorsi, altri territori, altre utopie possibili dove l’anomalia, la differenza, l’insurrezione dell’intelligenza esprimono lo stupore del gioco e l’insolenza di esistere.”
Diane Arbus (1923-1971) è stata una delle più famose fotografe americane.
Ha scattato la maggior parte delle sue fotografie ritraendo soggetti newyorkesi. Durante gli anni ’50 e ’60 ha fotografato persone trovate per le strade di New York, una “antroplogia contemporanea” fatta di outsiders e freak (travestiti, barboni, nani e giganti), ma anche di coppie, bambini, artisti di strada, nudisti, famiglie della media borghesia che hanno lo spessore di un’allegoria dell’America, tanto che molte delle sue fotografie sono diventate col tempo delle icone.