di Nuccio Ordine, Bompiani, pagg. 262, Euro 9
Il libro/manifesto di Nuccio Ordine, L’utilità dell’inutile, è una serrata di incastri letterari/filosofici (scelti con notevole talento) che mira alla coltivazione dello spirito e alla crescita civile e culturale della dolente umanità. Ordine vede nella filosofia dell’inutile che ha attraversato la storia dell’uomo, il gusto del buono, del bello, del disinteressato e nella seminagione di brani e autori immortali sostiene, a ragione, che possedere in questo modo e a questo prezzo uccide la bellezza, l’amore, la verità e calpesta i diritti più elementari dell’uomo.
Lo scritto di Ordine è appassionato e appassionante, si schiera dalla parte della cultura liberata da bilanci e indici di gradimento. Si oppone ai farmaci degli economisti che hanno fatto dell’austerità dei poveri (espropriati della loro dignità) la fortuna dei ricchi (pianificatori della corruzione finanziaria con le connivenze della politica). “In questo brutale contesto — scrive Ordine —, l’utilità dei saperi inutili si contrappone radicalmente all’utilità dominante che, in nome di un esclusivo interesse economico, sta progressivamente uccidendo la memoria del passato, le discipline umanistiche, le lingue classiche, l’istruzione, la libera ricerca, la fantasia, l’arte, il pensiero critico e l’orizzonte civile che dovrebbe ispirare ogni attività umana”. Tutto vero. La dittatura del profitto o dello spettacolo invita al consumo e condanna l’inutile, il desiderio di poter coltivare l’utopia dell’amare il diverso da sé e mostrare che l’amore per il denaro è una forma di distruzione della conoscenza, Giordano Bruno, diceva. La saggezza e la giustizia sono i valori essenziali su cui si fonda la vita civile e le invettive di Ordine contro l’impero del male sono inequivocabili. Alla logica utilitaristica del mercato oppone le arti della gioia e deterge dall’immaginale sociale le barbarie e i totalitarismi sui quali i dominatori continuano a produrre miseria, violenza ed esclusione.
Il saggio di Ordine insegna a coltivare il superfluo e tutto ciò che non produce profitto come viatico di resistenza sociale, tenere accesa la speranza che la supremazia dell’avere sull’essere possa essere inceppata. Le vera essenza delle cose sta dietro i dividendi delle Borse e i genocidi delle guerre… gli schiavi del profitto sono parte di questo gioco di “alto bordo” e solo il risveglio comunitario può indicare loro la giusta via. L’apparenza inganna il mondo ma la bellezza lo salverà.
Piombino, dal vicolo dei gatti in amore, 8 volte ottobre, 2013.