di Victor Serge, Massari Editore 2011, pp. 335, Euro 19
Memorie di un rivoluzionario di Victor Serge (1890-1947), uscito nelle edizioni coraggiose di Roberto Massari, è un’opera straordinaria… per la prima volta si può conoscere e approfondire compiutamente non solo la vita eccezionale di un libertario, un rivoluzionario che ha conosciuto o incrociato la propria esistenza con una messe di uomini che hanno partecipato (nel bene e nel male, anche) ai mutamenti sociali della propria epoca. Politici, intellettuali, sovversivi… che su piani e modi diversi avevano tentato di rovesciare o cancellare le ingiustizie di re, dittatori, regimi totalitari, padroni d’ogni risma. Lenin, Trotsky, Stalin, Lukàcs, Gramsci, Malraux, Breton, Sklovskij, Gor’kij, Majakovskij, Pasternak, Rjazanov, Barbusse, Gide, Rolland, Nin… sono solo alcuni nomi che ritornano sovente nelle pagine di Serge… poi tutta una catenaria di dissidenti dello stalinismo massacrati negli anni delle purghe comuniste, la fine della rivoluzione sovietica, gli anni della resistenza, quelli della prigionia, il crepuscolo dell’Occidente come tomba di tutte le libertà reali dei popoli, la rottura di Serge con Trotsky… si dipanano in un libro che è un proprio e autentico assalto all’ordine della menzogna.
Attraverso il racconto della propria vita Serge ricostruisce le fasi storiche che hanno animato le rivoluzioni proletarie del ‘900… l’amicizia con gli anarchici di Parigi, i processi della Banda Bonnot, la degenerazione totalitaria del bolscevismo, la Rivoluzione sociale di Spagna del ’36-’37, l’espatrio in Messico degli anni ’40… sono sviscerati nei ricordi del grande scrittore e non di rado si resta commossi di tanta forza e determinazione per un uomo che ha avuto il coraggio delle proprie idee e ha fatto della giustizia, della libertà e della solidarietà, il cammino difficile della propria utopia.
Questa è la prima edizione integrale di Memore di un rivoluzionario… si avvale di una nuova traduzione di Roberto Massari e Antonella Marazzi, sorretta dall’apparato critico di Jean Rière… le citazioni, i nomi, i riferimenti storici… sono migliaia e gli aneddoti personali, letterari sparsi da Serge pagina dopo pagina invitano a riflettere su cosa è successo e cosa poteva essere evitato se molti rivoluzionari non si fossero trasformati in boia contro i loro fratelli e quindi affossato non solo rivolte o rivoluzioni che avevano contribuito a far nascere… più ancora Serge ci avverte che non ci sono poteri buoni ma uomini malvagi che si attribuiscono valori che non hanno e sovente, una volta ascesi al potere, diventano peggiori di quelli che hanno contribuito a spodestare.
Serge considerava, a ragione, che il rispetto dell’uomo per l’uomo risiedeva in tre punti essenziali, superiori a tutte le considerazioni di tattica o di politica della ragione unica, che scrive a Mosca nel 1933 (prima di conoscere le galere staliniane): 1. Difesa dell’uomo. 2. Difesa della verità. 3. Difesa del pensiero. Per Serge, la rivoluzione “ non si può limitare a un cambiamento di regime politico; essa è, deve essere sociale”. I contadini si prenderanno la terra, gli operai le fabbriche… con queste idee di amore e libertà di un’umanità a venire, muore a Città del Messico il 17 novembre 1947, in un taxi, per arresto cardiaco… la medesima sorte riservata a Tina Modotti (e forse a Gorkij) dalla polizia segreta (esperta in forche e veleni) di Stalin, si dice… sotto ogni cielo il potere tenta invano di cancellare le tracce del dissidio ma la verità è sempre rivoluzionaria.
Piombino, dal vicolo dei gatti in amore, 25 volte febbraio 2012