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VOCI CONTRO IL POTERE, DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI CHE STANNO CAMBIANDO IL MON

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VOCI CONTRO IL POTERE, DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI CHE STANNO CAMBIANDO IL MON

di Kerry Kennedy, fotografie di Eddie Adams, a cura di Nan Richardson, Logos & Umbrage Editions, 2007, pp. 260, 19,95 Euro

Voci contro il potere è un libro di interviste e ritratti fotografici di cinquanta difensori dei Diritti Umani che realmente stanno cambiando il mondo. Le interviste sono elaborate, con notevole senso intuitivo e leggerezza discorsiva, da Kerry Kennedy. L’autore dei ritratti è il grande fotografo Eddie Adams. Diciamolo subito. Le immagini di Adams si completano alle tesi che escono dal libro e riescono a portare negli occhi del lettore, una “pietas” tutta laica che commuove quanto indigna. La Kennedy lascia parlare gli intervistati con grazia. Le sue domande fanno emergere temi scottanti, ingiustizie atroci, compromessi schifosi che toccano e rivelano le responsabilità politiche ed economiche che intrecciano i governi dei paesi ricchi con l’impero delle guerre e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo che devastano la dignità dei popoli impoveriti e dell’intero pianeta.

I difensori dei diritti umani di questo libro non sono tutti “celebri” come Vaclav Havel, il Dalai Lama, l’arcivescovo Desmond Tutu, Elie Wiesel, Rigoberta Menchù o Muhammad Yunus… la maggior parte sono poco conosciuti o del tutto sconosciuti ma non meno degli altri rappresentano la parte autentica o la spina nel fianco dei potenti della terra. Si battono a viso aperto contro la rapacità, il bigottismo e il pregiudizio espressi da una minoranza di “moderni tiranni” che impongono le loro regole all’intera umanità. Ciascuno di loro, nei loro rispettivi paesi, ha pagato sulla propria pelle la violazione del diritto all’esistenza senza catene. Ci sono donne, come la messicana Digna Ochoa, che si sono poste con forza e rabbia contro la crudeltà e la menzogna degli impostori governativi e nella sua intervista dice: “I personaggi di questo libro, in un modo o nell’altro, ci insegnano che si può alzare la voce contro l’ingiustizia”. Il 19 ottobre 2001, alcuni uomini hanno fatto irruzione nell’ufficio della Ochoa e l’hanno uccisa a colpi di pistola. Gli assassini non sono mai stati trovati. La lotta dei difensori dei diritti umani però non si è fermata, né si fermerà. Queste interpreti della sofferenza e del diritto alla vita per tutti gli uomini della terra, ci hanno mostrato che per cambiare la percezione dell’esistente e mettere fine a tutte le forme di discriminazione e oppressione sociale, occorre mettere via l’”Io” e dare la parola a chi è stato privato dei più elementari beni di sopravvivenza e spesso anche della voce.

Queste testimonianze contro il potere, queste voci di uomini e di donne che gridano contro i “timonieri dell’arroganza”, non hanno paura di essere torturati, incarcerati o emarginati… portano la loro ragione e verità di difensori della bellezza calpestata in ogni parte del mondo e l’affermazione che esiste la possibilità di cambiamento della società cosmopolita… a partire dalla libertà di espressione, dallo stato di diritto, dalla difesa dell’ambiente, dall’abolizione del lavoro minorile o schiavizzato, dalla partecipazione alle scelte fondamentali delle comunità, dalla fine delle legislazioni mafiose e la nascita di una giustizia più equa e più giusta, dalla libertà religiosa e dai diritti fondamentali della donna alla vita pubblica… si tratta di individuare le responsabilità degli oppressori e avvicinarsi a coloro che soffrono, alzare la voce contro l’ingiustizia istituzionalizzata. La conquista della giustizia sociale va cercata all’inizio non alla fine della storia.

11 volte settembre 2007

Manifesto per una fotografia dei diritti umani resistenza sociale, disobbedienza civile e poetica dell’immagine

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