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Lettera dall’isola che c’è a Luciano Della Mea

Inserito da serrilux

Lettera dall’isola che c’è a Luciano Della Mea

Mentre Parigi era sotto l’occupazione nazista… un generale della Gestapo chiamò Picasso e gli mostrò il quadro che raffigurava “Guernica”. Picasso lo aveva dipinto dopo che il piccolo paese basco era stato raso al suolo dalle bombe degli aerei di Hitler. Il generale mostrò il quadro al pittore e gli disse: “L’hai fatto te?”. Picasso rispose: “No! L’hai fatto te”.

C’era una volta e una volta non c’era… sulle coste della Catalogna, in Spagna, un giovane pescatore di frutti di mare molto speciali, che nessuno riusciva a mai pescare… vendeva i suoi frutti – uno alla volta – alle famiglie povere del quartiere. Un giorno, uno dei più ricchi affaristi di Barcellona, gli disse: “Senti ragazzo, pesca questi frutti di mare per me…te li compro tutti insieme e al doppio di quanto li vendi a quei poveracci… li porterò ai migliori ristoranti della città”. Il giovane pescatore rispose: “No signore, preferisco venderli uno alla volta a chi pare a me”. L’uomo chiese: “E perché? Ti risparmio molto lavoro e te li pago il doppio?”. Il ragazzo rispose: “Perché io sono il padrone della mia fame”.

Una notte d’estate, nei pressi di Baghdad, mentre fumavo il mio sigaro toscano all’anice sotto una falce di luna bastarda che mi metteva le dita negli occhi… dal fondo del deserto in fiamme ecco avanzare verso di me una ragazzina… portava sulle spalle una specie di sacco avvolto in una coperta americana… quando fu vicina mi accorsi che grondava sangue… le dissi: “Come fai a trascinare quel peso su di te?”… lei, un po’ sbigottita, mi guardò dritta negli occhi e rispose: “Non è un peso, è mio fratello!”. Da quel giorno, ogni volta che qualcuno in difficoltà mi permette di aiutarlo, dico: “Non è un peso, è mio fratello!”.

(Dal taccuino di un ladro d’immagini)

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