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Diane Arbus. Della fotografia in anarchia

Inserito da serrilux

fotovisione su Diane Arbus, la mia maestra in fotografia e nella vita (insieme ad August Sander)…

La Arbus si è uccisa nel 1972, ma la sua genialità (non solo) fotografica è ancora viva e lo sarà per sempre

L’ANGELO NERO DELLA FOTOGRAFIA RANDAGIA COMMIATO DA IERI E APOLOGIA EVERSIVA DELL’EU-TOPIA

“Quelli che nascono mostri sono l’aristocrazia del mondo dell’emarginazione…
Quasi tutti attraversano la vita temendo le esperienze traumatiche.
I mostri sono nati insieme al loro trauma.
Hanno superato il loro esame nella vita, sono degli aristocratici…
Io mi adatto alle cose malmesse. Intendo dire che non mi piace
metter ordine alle cose. Se qualcosa non è a posto di fronte a me,
io non la metto a posto. Mi metto a posto io”.
Diane Arbus

I. LA GRAZIA DELLA FOTOGRAFIA “FREAKS”
Quando l’occhio del fotografo si fa coltello. Sulla filosofia della fotografia di strada ed elogio dell’imperfezione. L’immagine fotografica è addomesticata, offesa violata nei sentimenti etici ed estetici più profondi… tutto è merce e la fotografia più consumata è una scrittura del potere e ovunque la vita quotidiana si misura in funzione delle immagini che diventano “pensiero comune”. La fotografia, ad ogni livello di produzione e di ricezione, ha perso la magia dell’evento e acquistato il significatodi concetto.
La scrittura analogica o digitale non c’entrano, o c’entrano poco.

Conta invece l’accostamento alla fabbricazione delle immagini argentiche e l’elaborazione delle immagini numeriche. Le immagini numeriche o argentiche si sostituiscono materialmente all’immaginario della vita quotidiana.

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Manifesto per una fotografia dei diritti umani resistenza sociale, disobbedienza civile e poetica dell’immagine

Manifesto diritti umani