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Il circo obliquo. La terra che nessuno sa

Inserito da serrilux

Il circo obliquo. La terra che nessuno sa

di Pino Bertelli, 1996 con scritti dell’Unicef, Premio Nobel per la pace, illustrazioni di Massimo Panicucci, colori Elena Rapaccini

Pino Bertelli rende liberamente disponibile questo libro su Traccedizioni.

Nota dell’autore di Pino Bertelli

La diversità esiste. È il rapporto che la gente ha con la diversità che è sbagliato. In principio qualcuno tagliò una canna nel vento e con quella scrisse il mondo. Gli uomini in origine non possedevano nulla, solo l’amore, l’amicizia e la felicità. Erano ricchi di ciò che non avevano. E tutti erano uguali, perché tutti erano diversi. Tutti erano re, perché nessuno era servo. Gli uomini abitavano la terra come forestieri. I loro porti erano i sogni. La loro gioia era la fraternità e l’amore degli uni per gli altri. I loro canti festeggiavano la diversità, e la libertà e l’amore erano la poesia di tutti. Le prime scritture hanno registrato il lavoro degli schiavi. La civiltà si è insediata a colpi di cannone. L’amore e solo l’amore ha fatto della diversità una “comunità di liberi e di uguali”… dove tutti sono “piccoli principi” perché la loro “diversità” se la portano addosso dalla nascita o l’hanno incontrata lungo la strada. Tutto ciò che è diverso è anche obliquo dentro e fuori la vita quotidiana. Essere obliqui è trovarsi in un sentiero che porta in “nessun luogo”, nel “Paese del non-dove”, là dove la fanciullezza dei cuori amorosi si affaccia sulla finestra dell’anima e fa dei nostri sogni ad occhi aperti nuove stagioni dell’amore e nuove costellazioni di libertà… Non devi temere di perdere l’amore, devi aver paura di non averlo incontrato mai. Verrà l’amore e avrà i tuoi occhi.

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